Racconto i fatti salienti della guerra persiana che mi ha più colpito

Giulio Parma, 5^A

Racconto i fatti salienti della guerra persiana che mi ha più colpito

Siamo nel 480 a. C., ovvero quando Serse si sta dirigendo in Grecia con un esercito di un milione di uomini suddiviso in eserciti e flotte. Ci aveva messo dieci anni per riunire quell’enorme esercito e ora era pronto per conquistare la Grecia, per mantenere la promessa fatta al defunto re Dario, suo padre.

Avvisate del loro arrivo le città greche decisero di unire le forze per la prima volta. Organizzarono due difese per bloccare i persiani, i trecento Spartani guidati da Leonida insieme a quattromila Ateniesi avrebbero dovuto combattere contro l’esercito persiano presso il passo delle Termopili o più correttamente alle Porte Calde; mentre il resto dell’esercito ateniese avrebbe dovuto combattere contro le flotte persiane.

Per due giorni, gli spartani continuarono a vincere usando la stessa efficace strategia: stare all’interno dello stretto passo, attaccando con un compatto muro di scudi e quando i persiani cercavano di circondarli, loro indietreggiavano e tornavano ad attaccare; ma, sulla notte del secondo giorno, Efialte tradì la Grecia e rivelò a Serse di un sentiero nascosto con cui si poteva aggirare il passo e prendere gli Spartani e gli Atenesi alle spalle.

Quando Leonida venne a sapere del tradimento di Efialte, decise di combattere senza gli Ateniesi, lui solo con i suoi trecento Spartani, non c’è da sorprendersi: dopotutto, il loro motto era: “vincere o morire!” Combatté infatti fino alla morte, ma già sapeva che quella sarebbe stata l’ultima battaglia.

Quando lo stratega Temistocle venne a sapere che i Persiani avevano sfondato le difese alle Termopili, fece evacuare Atene e mandò gli Ateniesi sull’isola di Salamina. Serse trovò Atene vuota, la saccheggiò e la bruciò, ma la vendetta di Temistocle arrivò in fretta: con un inganno attirò la flotta persiana nello stretto mare e la sconfisse; le navi persiane erano ingombranti e difficili da manovrare mentre le navi greche si muovevano agilmente e riuscivano ad affondare quelle persiane.

Ovviamente, l’esercito persiano non era completamente sconfitto. Serse, pensando che ormai avevano vinto, tornò a casa e lasciò Mardonio al comando dell’esercito. Mardonio decise di svernare in Grecia in un accampamento fortificato. Quando la primavera arrivò i due eserciti si schierarono di nuovo a Platea e per undici giorni rimasero fermi a studiarsi.

In seguito, Pausania, lo stratega greco, pensò ad una strategia per ingannare i Persiani: fecero finta di arrendersi e poi, di colpo attaccarono uccidendo anche Mardonio per disorientare l’esercito persiano e, in questo modo vinsero anche la guerra di Platea.