A Cremona, terra di liutai

A Cremona, terra di liutai

cremona 1 (2)Tempo di uscite didattiche in tutte le scuole. Anche agli allievi del Liceo Tirinnanzi vengono proposte diverse esperienze, concepite come sviluppo del percorso educativo e disciplinare delle diverse annualità. Gli allievi di seconda si sono recati a Cremona, terra di liutai… Leggiamo il resoconto di uno di loro.

 

 

“Lunedi 6 ottobre, noi studenti di seconda del liceo Tirinnanzi ci siamo recati in gita a Cremona. Entrati in città, siamo rimasti subito colpiti dall’imponenza del “torrazzo“, la torre in mattoni più alta del mondo, simbolo, oltre alla liuteria, di questa città. La torre sovrasta tutto il territorio e può essere osservata anche dall’autostrada.

Ci siamo divisi in due gruppi, in base alle classi, e siamo andati a visitare al bottega di un  liutaio. Il liutaio è un artigiano che costruisce strumenti ad arco, quali viole, violini e violoncelli. Parlando con Luca Mario Gallo, abbiamo capito l’importanza di questo lavoro, oltre ad avere ascoltato la storia della liuteria.

La liuteria nasce in oriente, e poi si sposta in Europa. A Cremona, con Amati e, successivamente, con il suo allievo Stradivari, quest’arte si sviluppa e, tra il 1500 e il 1700, raggiunge il suo periodo d’oro. Da allora le tecniche impiegate sono praticamente rimaste le stesse; oggi, infatti, si usano le stesse tecniche di allora. Dal 1700 fino al periodo fascista ci fu la crisi della liuteria, ma, nel 1938, viene aperta una scuola, dove i giovani potevano imparare quest’arte. Non si sa perché Cremona sia la capitale della liuteria, eppure in questa città sono sempre vissuti i migliori liutai, forse anche perché Cremona, grazie al fiume Po, era alla luogo di traffici commerciali.

Costruire uno strumento impiega molto tempo, più di un mese, e ciò avviene attraverso varie fasi, tante quante sono le parti dello strumento. I materiali usati per costruire questi strumenti sono particolarmente pregiati e vengono scelti direttamente dal liutaio; egli si assicura che vadano bene per realizzare un ottimo lavoro e perciò seleziona i legni migliori come l’acero proveniente dai paesi Balcani e l’abete rosso del Trentino. E’ necessario avere particolare cura nel costruire lo strumento, seguendo nodi e venature del legno e bisogna usare solo materiali naturali, come colle animali o vegetali, mai prodotti chimici che possono rovinare il legno e quindi la resa del suono.

I violini sono complessi da costruire perché sono composti da più pezzi: il fondo, le fasce e la tavola che costituiscono la cassa armonica, il manico che termina con un ricciolo, il ponticello, su cui sono alloggiate le corde e, infine, l’anima che trasmette le vibrazioni dal fondo alla tavola.

L’arco è importante tanto quanto lo strumento, ma non viene realizzato dal liutaio, bensì da un altro artigiano specializzato.

I costi degli strumenti sono molto elevati, a causa dell’estrema cura e precisione con cui vengono costruiti; si realizzano infatti elementi non riproducibili nelle industrie e nelle fabbriche e per questo uno strumento costa più di 10.000 €.

Finito l’incontro con il liutaio, ci siamo recati al museo del violino dove abbiamo potuto osservare ricostruzioni e copie di strumenti antichi, i primi costruiti, e strumenti più recenti, come quelli costruiti da Amati e da Stradivari.

Abbiamo poi ascoltato dei brani suonati da una giovanissima violinista, una ragazza di 20 anni, con un violino Stradivari, di nome Vesuvio, chiamato così per i suoi riflessi rossastri. Siamo rimasti tutti impressionati dalla bravura di questa ragazza che, nonostante la giovane età, suonava come una professionista.

Abbiamo poi visitato l’auditorio del museo, con linee tondeggianti per facilitare il propagarsi del suono e fatto una piccola passeggiata per la città, arrivando fino ai piedi del torrazzo. Saliti i 502 gradini, siamo arrivati in cima alla torre. Una vista spettacolare ci si è aperta davanti e, benché qualcuno soffrisse di vertigini, siamo rimasti tutti affascinati dalla bellezza della città e dei campi che la coronano. Scendendo, ci siamo fermati a guardare un video che spiegava l’orologio della torre, particolare per i suoi antichi ingranaggi a pendolo ancora funzionanti.

È stata veramente una giornata magnifica, un’occasione privilegiata per vedere e imparare cose che non sono proprio all’ordine del giorno”.

Matteo 

 

 cremona 3cremona 1