
13 Feb Incontri ravvicinati con la fisica e la biologia
Un’alunna di terza liceo racconta la visita alla Ducati e al Life Learning Centre di Bologna, occasione di esperienze e approfondimenti nel mondo della fisica e della biologia.
È possibile studiare la fisica in sella a una moto? E smascherare l’identità del colpevole di un delitto in meno di un’ora? Ebbene sì, e noi studenti di terza liceo ne abbiamo avuto la prova recentemente, durante un’uscita didattica a Bologna che ci ha portato a visitare la sede della Ducati e del Life Learning Centre, centro di formazione e ricerca sulle scienze della vita.
Abbiamo trascorso la prima parte della giornata alla scoperta di ciò che sta dietro a una moto da corsa firmata Ducati. Un prodotto impeccabile come quelli che escono da questa fabbrica è il risultato di un lavoro di alta precisione, in cui entrano in gioco prima di tutto le leggi della fisica: partendo dalla scoperta di queste leggi tramite dimostrazioni pratiche e interattive, abbiamo potuto trasformare una materia quotidianamente studiata sui banchi di scuola in un’avventura unica a cavallo di una moto.
Spostandoci nella zona dedicata al museo della casa motociclistica, abbiamo potuto ripercorrere in tempo reale i cento anni di storia che hanno portato la prima motocicletta sviluppata dai fratelli Ducati, più simile a una bicicletta che non a una vera e propria moto, a trasformarsi negli ultimi modelli freschi di fabbrica, decisamente molto più imponenti e potenti, ma con lo stesso fascino dei veicoli storici.
Arrivati infine alla fabbrica, ci siamo addentrati in un vero e proprio mondo in cui dal più apparentemente insignificante bullone si passa a una moto completa e pronta per sfrecciare via; è stato sorprendente poter osservare da vicino la cura di ogni minimo dettaglio che si nasconde dietro la realizzazione di un prodotto.
Tra una moto e l’altra, la mattinata è volata via; giusto il tempo per una sosta pranzo alla mensa dei dipendenti della sede Ducati e poi di corsa al Life Learning Centre.
Qui ci siamo spostati dal mondo della fisica a quello della genetica forense, per conoscere il processo con cui si può svelare l’identità di un ipotetico criminale a partire dalle tracce del suo DNA. Così, diventando biologi per un giorno, abbiamo avuto modo di sperimentare in laboratorio il DNA fingerprinting, tecnica di biologia molecolare che utilizza particolari enzimi in grado di tagliare il DNA del singolo individuo in punti specifici e unici al fine di svelarne l’identità e distinguerla da quella di altri soggetti.
È stato interessante notare come questo processo, all’apparenza piuttosto complesso, possa essere portato a termine in tempi relativamente brevi: eppure un procedimento semplice e veloce come questo permette di raggiungere risultati notevoli e a volte fondamentali, e per questo è necessario agire con particolare cautela e precisione, cosa che ci è stata insegnata da alcuni biologi professionisti proprio durante l’esperimento cui abbiamo preso parte: identificare tra tre DNA batterici diversi quello del “colpevole”. E con i risultati dell’analisi di laboratorio si è conclusa la nostra esperienza, che ci ha dato una grande soddisfazione.
Non capita tutti i giorni di poter vivere in prima persona un’esperienza così fuori dal comune, arricchita dalla possibilità della scoperta in un modo del tutto innovativo e divertente.
Martina