La sfida di un nuovo inizio

La sfida di un nuovo inizio

La tecnologia, la letteratura, l’esperienza: tutto è occasione di una provocazione. Iniziamo così l’anno del nostro Liceo scientifico.

Un inizio d’anno scolastico è sempre l’inizio di un percorso, di un’avventura. E non c’è niente di meglio per un inizio che prendere sul serio una provocazione. La sfida con cui giovedì 8 settembre abbiamo iniziato l’anno al Liceo, riuniti insieme, studenti e professori, in Aula Magna, è quella posta oggi dalla tecnologia. Essa promette di rispondere a moltissimi problemi, ma ogni soluzione svela un nuovo limite.

Per metterci davanti alla questione abbiamo visto un video e ci siamo distribuiti un volantino:

 

Il volantino

La tecnologia, come ogni cosa che accade – pensiamo al recente terremoto – mette in moto delle domande. La scuola è un luogo dove poter affrontare le sfide che queste domande rappresentano. La letteratura, per esempio, è la richiesta a qualcuno di rispondere alle domande che ci interessano. Allora anche una tragedia greca scritta duemilacinquecento anni fa è in grado di provocarci. Per questo alcuni professori hanno recitato una scena del Prometeo incatenato di Eschilo, che attraverso la vicenda del titano amico dell’uomo e fautore del progresso, punito dagli dei per aver rubato il fuoco e averlo donato agli uomini, pone già all’uomo antico la questione della civilizzazione, che prima di ogni conquista tecnica è stata per l’uomo occasione di una presa di coscienza di se stesso.

 

Come le discipline che si studiano a scuola, così anche la vita può sorprenderci e interrogarci. Gaia, un’alunna che ha iniziato la II liceo, questa estate ha avuto modo di vedere, andando qualche giorno in Uganda, a Kampala, una scuola che ha a che fare con la felicità. Pertanto le abbiamo chiesto di condividere con tutti gli studenti, attraverso la sua voce e le fotografie che ha scattato, questa esperienza.
Ecco qualche stralcio dal suo racconto: La povertà in Uganda – solo cinque strade in tutta Kampala sono asfaltate – non è data dalla mancanza di risorse, che sono tante, ma dalla situazione nelle famiglie e nella scuola. Nelle famiglie gli uomini non lavorano e le donne portano a casa i soldi. Per l’uomo moglie e figli sono degli oggetti. Invece nelle scuole normalmente gli studenti vengono picchiati quando non prendono voti alti.
La scuola che ho visto è l’opposto della strada. Non credo di aver mai visto una scuola così bella e così pulita, tanto che ti fa venire voglia di andarci. Gli studenti che la frequentano sono contenti perché sanno di avere un valore. Una ragazza ugandese della mia età, alla domanda “Cosa vuoi fare dopo la scuola?” ha risposto: “Io in questa scuola ho imparato che ho un valore e che ho un desiderio con cui posso cambiare il mondo”.
Gaia ha concluso il suo racconto proponendo a tutti una sfida cui tiene moltissimo: contribuire alla raccolta di fondi per comprare un pulmino che possa portare i ragazzi dalle loro case, spesso lontane, alla scuola.

 

Abbiamo così iniziato anche quest’anno, augurandoci che la nostra scuola possa avere a che fare non solo con la nostra formazione culturale, con il riempire il tempo o con il divertimento, ma anche con la nostra felicità. Allora varcare così la soglia dell’aula, per gli studenti e per gli insegnanti, è un’altra cosa.

 

Buon inizio d’anno!

Credits video: EURESIS – Associazione per la Promozione e lo Sviluppo della Cultura e del Lavoro Scientifico e Camp1us