Il Giorno della memoria al Liceo Tirinnanzi: l’incontro con la prof.ssa Anna Loi

Il Giorno della memoria al Liceo Tirinnanzi: l’incontro con la prof.ssa Anna Loi

Venerdì 24 febbraio il liceo Talisio Tirinnanzi ha preso parte ad un incontro concernente la memoria del genocidio di milioni di ebrei nei campi di sterminio nazisti: relatrice dell’incontro la professoressa Anna Loi, collaboratrice al memoriale della Shoah di Milano e studiosa delle deportazioni ebraiche nel nostro paese.

 

 

 

 

L’incontro è stato aperto con le parole della poesia iniziale di “Se questo è un uomo”, di Primo Levi. In particolare i versi:

“Meditate che questo è stato:

vi comando queste parole.”

hanno generato la domanda che ha fatto da filo conduttore dell’incontro: “perché siamo chiamati a ricordare queste azioni drammatiche, in cui l’uomo sembra toccare le corde più profonde di una cattiveria inaudita?

La prof.ssa Anna Loi ha svolto la propria appassionata testimonianza riportando alcuni cenni storici circa la presenza della componente ebraica in Italia e sottolineando la partecipazione alla costruzione della società dopo l’Unità d’Italia.

Si è poi soffermata sugli anni dei regimi di destra, e sulle leggi razziali che giunsero nel 1938 in Italia: per la legislazione fascista era ebreo chi era nato da genitori entrambi ebrei, da un ebreo e da una straniera, da una madre ebrea in condizioni di paternità ignota oppure chi, pur avendo un genitore ariano, professasse la religione ebraica.

Sugli ebrei venne emanata una serie di dure leggi discriminatorie. Colpisce che nella prima guerra mondiale molti ebrei andarono in guerra come volontari, ma dal 1938 al 1943 i maschi ebrei non erano considerati degni della leva militare!

Gli ebrei sono stati riconosciuti come nemici della nazionedivenendone clandestini. Ad essi fu negata un’istruzione regolare, un’occupazione lavorativa dignitosa ed i più essenziali diritti umani.

La professoressa Loi ha portato l’esempio di Liliana Segre, senatrice italiana deportata in adolescenza, a cui solo due compagne di classe non tolsero il saluto dopo le leggi razziali, e la vicenda di Giacomo Bassisegretario comunale di San Giorgio e Canegrate, proclamato Giusto tra le nazioni per aver salvato i cinque componenti di una famiglia di ebrei milanesi dai rastrellamenti che insanguinavano l’Europa durante la seconda guerra mondiale; e ancora l’imprenditore Alessandro Moneta, il quale nascose nei suoi uffici d’azienda una persona in terribile difficoltà, finendo per essere scoperto, torturato, trasportato in campi di concentramento quali Bolzano e Mauthausen, e successivamente Gusen, dove morí.

La testimonianza si è conclusa con il ricordo della grande deportazione nella metà del 1944, in cuifurono poste taglie sulla testa degli ebrei, che venivano deliberatamente traditi per soldi.

Nel dialogo seguito alla lezione Anna Loi ha detto che è possibile perdonare per ciò che è fatto a noi, ma non è possibile farlo trascurando gli effetti disastrosi che il nazi-fascismo ebbe su un’intera popolazione.

Una concezione che si pone in estrema antitesi con il bisogno e la necessità del perdono rivendicata da Nijolė Sadūnaitė, deportata in un gulag sovietico, di cui il liceo ha avuto la possibilità di sentire la testimonianza due anni fa.

Nel secolo dell’indifferenza ci chiediamo quale sia la risposta di fronte alla malvagità di cui è capace l’uomo; ci chiediamo se sia la via dell’amore o quella dell’odio a permetterci di ottenere un riscatto nei confronti di un male ricevuto.

Ricordiamo, poiché solo ricordando concepiamo gli errori della storia da cui è possibile ripartire e comprendiamo quale deve necessariamente essere la via giusta per l’uomo, poiché solo nel male della storia è possibile riconoscere il potenziale bene di cui è capace l’uomo.