
08 Feb Incontro con Daniele Mencarelli al Liceo Tirinnanzi
Lo scorso 13 gennaio, le classi del triennio hanno incontrato Daniele Mencarelli, poeta e scrittore romano.
Come ha detto sin da subito la preside, a scuola si è soliti incontrare autori che con i loro scritti “parlano”, ma di cui non possiamo vedere la carnalità; per questo motivo, l’incontro con un uomo vivo, che sta dedicando la sua vita alla letteratura, non è una fatto consueto, ma è un’occasione eccezionale.
L’incontro è stato un vero e proprio dialogo sul valore della scrittura come mezzo per comunicarsi e comunicare.
Per Mencarelli il vero carburante è la realtà che possiamo vivere in maniera periferica o guardando alle grandezze di cui si fa esperienza. Racconta di aver avuto la fortuna di trovare questo elemento reattivo che gli ha permesso di “avvicinare le parole alla grandezza che incontriamo”. Da 27 anni corre dietro alle parole, ma – afferma – “di nascere come lettore, perché nessuno nasce scrittore”. Decisivo nel suo percorso è stato il rapporto con una professoressa, all’età di 13 anni, che ha colto il lampo in lui, una crepa, un luogo d’ingresso.
Mencarelli ha con un rapporto stretto con i libri: si sente rappresentato, non sono un intrattenimento perché -dice – “la lettura alimenta ciò che si vive; le parole riportano lucidità e non ti fanno vivere pensando di essere i soli a soffrire”. A partire da questa consapevolezza, gli è nata poi la necessità di testimoniare: la pagina bianca per lui è ciò che dona speranza perché porta con sé quella sensazione che c’è ancora qualcosa da scrivere.
In merito all’incontro Anna, studentessa di quarta, dice di essere rimasta particolarmente toccata dalla provocazione finale che Mencarelli ha lanciato ai ragazzi: guardare con attenzione alla realtà e lasciare sempre aperta la possibilità che la nostra misura sia ristabilita dando “il cuore in pasto a tutto”. “Mi ha colpito perché all’uomo dà fastidio il fatto che occorra sempre essere presenti, in uno stato di attesa. Eppure questo atteggiamento è l’unica speranza perché apre all’imprevisto e all’incontro. Ma se ci pensiamo bene, vivere ogni momento così è vivere da cacciatori”. E questo è l’augurio che è stato fatto a tutti i nostri ragazzi.