La gita a Roma delle seconde del Liceo Tirinnanzi

La gita a Roma delle seconde del Liceo Tirinnanzi

“Grazie a tutti, grazie a voi prof che avete reso questa gita speciale! Una gita che ci ha permesso di guardare con occhi più attenti tutte le cose studiate e vivere un momento insieme!”

“Davvero, l’unica cosa che possiamo fare dopo un’esperienza tanto bella è ringraziare: grazie a tutti, in particolare a voi prof che l’avete resa possibile”

Sono state queste le parole che i ragazzi di 2A e 2B hanno dedicato a noi professori al rientro dalla gita a Roma che si è svolta dal 15 al 17 di aprile. La parola grazie, mai scontata, ha riempito i nostri cuori di autentica gioia, perché è stata la risposta evidente al fatto che siamo riusciti a far vivere loro un’esperienza non solo didattica, ma soprattutto umana, capace di lasciare un segno positivo. Questi tre giorni di convivenza sono stati preziosi non solo per i ragazzi, ma anche per noi professori, proprio per questo abbiamo voluto ringraziare i ragazzi omaggiandoli di una piccola clip: perché possano, anche a distanza di tempo, conservare il ricordo dei momenti belli.

Uno sguardo all’orologio, treno regionale veloce, poi treno freccia rossa in partenza alle 9.00 dal binario tredici… “Ci siamo tutti?” controlliamo i posti assegnati sulla carrozza e facciamo l’appello, perché anche questa giornata possa iniziare chiamando il nome e dicendo “sì, eccomi”, guardandoci tutti in faccia prima di partire. Arriviamo a Roma Termini con il nostro traffico di bagagli e l’impazienza nei piedi, nelle domande curiose dei ragazzi che ci chiedono “Cosa facciamo adesso?”

In questi tre giorni abbiamo percorso quasi 45 Km, abbiamo visitato basiliche e chiese, sorridendo davanti alla prima testimonianza di volgare italiano nell’iscrizione di San Clemente e restando rapiti davanti ai quadri di Caravaggio; abbiamo camminato tra le rovine del foro, secoli di storia che si stratificavano ai nostri piedi, e abbiamo ascoltato le parole sapienti della guida su Costantino ai Musei Capitolini; poi abbiamo anche trattenuto il respiro, immaginando i combattimenti dei gladiatori nel Colosseo e davanti alla visuale che offre Roma vista dal giardino degli aranci. La seconda sera abbiamo buttato una monetina nella fontana di Trevi per esprimere l’immancabile desiderio di tornare ancora a Roma, a riabbracciare con gli occhi Castel Sant’Angelo e Piazza San Pietro, dove concludiamo la giornata con una preghiera. Chissà che da qui, non siamo un po’ più vicini al cielo.

Così tra una carbonara e un’amatriciana si sono conclusi questi giorni pieni di sole e di gusto, in cui la bellezza non si annidava negli angoli e negli scorci alla fine delle vie, ma ci camminava proprio incontro ridendo con la voce dei ragazzi che hanno cantato canzoni e raccontato qualcosa in più di sé stessi e la bellezza è venuta allo scoperto.

All’inizio di questa gita noi professori ci eravamo ripromessi di mostrare ai ragazzi come a Roma passato e presente si incontrassero, come l’arte e la storia si stratificassero in un connubio che fa da fondamento al percorso umano che ha caratterizzato l’occidente cristiano, corroborando con l’esperienza diretta le lezioni tenute in classe. Non sappiamo se ci siamo riusciti, ma sappiamo che adesso un pizzico della storia personale di ciascuno è passata da questo crocevia della storia universale che è Roma.

I professori