I bambini della Primaria scoprono IL POTERE EVOCATIVO DELLE PAROLE

I bambini della Primaria scoprono IL POTERE EVOCATIVO DELLE PAROLE

Lunedì scorso, per approfondire lo studio dell’orologio, ho proposto ai bambini di osservare, disegnare e descrivere una vecchia pendola.

Dopo un’accurata osservazione, l’hanno disegnata, infine abbiamo provato a descriverla. Come sempre accade in queste occasioni, è stato interessante guidare i bambini ad osservare attentamente ogni dettaglio e a cercare di formulare le frasi più adeguate per descrivere l’oggetto.

Alla fine del lavoro, rileggendo il testo, mi sono ricordata di un’attività svolta qualche anno fa: chiedere ai genitori di disegnare l’oggetto a partire dalla descrizione scritta. Ovviamente, l’idea di assegnare un compito ai genitori è piaciuta tantissimo ai bambini, alcuni hanno detto che era come sfidare la mamma e il papà a fare bene un compito…  

Dopo aver chiarito quanto il compito fosse libero, ho trascritto la descrizione (eccola qui!) e l’ho consegnata ai bambini, trattenendo il quaderno con il disegno in classe, a scanso di tentazione.  

LA PENDOLA 

La pendola è di forma rettangolare, più alta che larga: sembra una finestrella. Nella parte superiore, all’interno, si trova il quadrante di forma quadrata, con in rilievo un cerchio, che contiene i numeri neri, scritti in grassetto. In alcune parti il quadrante è arrugginito, perché la pendola è antica. Le lancette nere hanno la forma di una lancia. Sul quadrante, ci sono due “occhietti”, che servivano per dare la carica. Sotto il quadrante, c’è il pendolo: sembra oro, ma è fatto di ottone, come alcuni strumenti musicali. All’esterno della cassa, in alto, si trovano due rombi di metallo e legno e delle strisce di metallo come decorazioni. Nella parte inferiore dello sportello, due bacchette di metallo proteggono il vetro. La cassa, in alto, è sagomata come una leggera curva. 

NOI DI II A 

***

La mattina successiva, sulla cattedra, mi attendevano fior di fogli disegnati: addirittura, c’è chi ha messo al lavoro la mamma, il papà e il fratello; chi il nonno e la nonna e così via. Qualcuno ha voluto “invecchiare” il disegno con l’accendino, dato che nella descrizione l’aggettivo antica caratterizzava la pendola. A quel punto, con i bambini, abbiamo osservato attentamente e commentato ogni disegno … che cosa abbiamo scoperto? Abbiamo scoperto il potere evocativo delle parole! Infatti, tutti i disegni erano molto somiglianti alla pendola: abbiamo considerato di essere stati abbastanza bravi nella descrizione. Alcuni disegni, seppur accuratissimi, non la rappresentavano a pieno, soprattutto riguardo a delle decorazioni che la nostra pendola mostrava in alto: in questi casi, è stato immediato per i bambini comprendere che mancavano i dati precisi nel nostro testo e quindi, ogni genitore aveva disegnato secondo la propria idea.  

Ritengo che questa attività, oltre che molto coinvolgente per i bambini, ma anche per i genitori!, sia stata molto importante per riflettere sul valore delle parole e per comprendere quanto, nella scrittura, sia necessario aver cura di scegliere i termini più adeguati a veicolare un significato preciso.  

Evviva la ricchezza della nostra lingua! 

maestra Manu e gli alunni di II A della scuola primaria L’Arca