Arrivederci scuola media!

Arrivederci scuola media!

Riccardo (nome di fantasia) ha finito l’esame di terza media. Il colloquio è andato bene. Ha risposto a tutte le domande; gli insegnanti gli hanno fatto i complimenti.

Zaino in spalla, cartelletta di tecnica nella mano destra, cammina soddisfatto nel corridoio deserto della scuola; davanti ai bagni svolta a destra, oltrepassa la porta a vetri, supera l’aula insegnanti e l’ufficio del preside. È pronto a salutare la segretaria, a superare la seconda porta a vetri e a lanciarsi (per l’ultima volta!) giù per le scale. Lo aspettano le vacanze, un’estate senza compiti, un tempo libero che sembra infinito…

Abbassa gli occhi, fa un grande respiro… un po’ di nostalgia per i compagni che deve lasciare…forse anche per i professori.

Sta per lanciare il suo ultimo “ciao” in segreteria quando, alzando lo sguardo, vede diritto davanti a sé il Preside. “Finito, Riccardo? Tutto bene? Tornerai a trovarci?”

Riccardo si ferma, risponde velocemente alle tre domande: è andata benissimo…è stracontento e tornerà, certo che tornerà! Non gli sembra ancora possibile di dover lasciare quel luogo in cui in pochi anni è cresciuto, è diventato un ragazzo, ha incontrato persone che, in qualche modo, hanno contribuito a farlo diventare quello che è adesso.

E per la prima volta percepisce il passato, sente che le cose finiscono…ma davanti c’è la scuola superiore, c’è il suo futuro. Gli escono di getto le parole: “Prof, credo che manderò i miei figli in questa scuola”.

Il Preside sorpreso gli sorride: quattordici anni…e Riccardo non è più solo un ragazzino. È un giovane uomo che comincia a immaginare il suo futuro, che esprime il desiderio di diventare adulto e di generare, di condividere la sua vita, di trovare il suo posto nel mondo.

“Credo che manderò i miei figli in questa scuola”. È solo una frase che, però, è il più bel dono che i suoi insegnanti potessero ricevere quest’anno, perché loro sanno che, quando l’educazione funziona, genera uomini desiderosi, a loro volta, di generare.