
05 Feb La giornata della memoria alla Kolbe: tre testimoni per affermare la vita!
La giornata della memoria è stata, per i ragazzi di terza media delle Kolbe, l’occasione per approfondire la conoscenza di Padre Massimiliano Kolbe, il Santo polacco che ha dato il nome alla scuola.
Egli, durante la seconda guerra mondiale, ha subito la persecuzione, l’arresto e la deportazione nel lager nazista di Auschwitz, condividendo la sorte di altri milioni di prigionieri, soprattutto ebrei. Ma l’aspetto più impressionante della sua storia è stato il gesto finale con il quale ha riassunto e compiuto la sua esistenza: secondo le parole di Papa Giovanni Paolo II in occasione della canonizzazione, Padre Kolbe non è stato ucciso, ma ha dato la sua vita in cambio della vita di un compagno di prigionia, ha donato la sua vita per amore.
Ha vissuto nell’inferno del lager la stessa libera offerta di Gesù sulla croce. E questo è stato l’atto rivoluzionario, anzi il miracolo accaduto in un luogo in cui tutto era “scientificamente” pensato per impedire ogni manifestazione di solidarietà e di amicizia, per annullare la dignità dell’essere umano prima di arrivare alla sua distruzione anche fisica, come lucidamente e pacatamente ha testimoniato Liliana Segre, in una sua intervista proposta ai ragazzi di prima Media.
La senatrice a vita ha raccontato la terribile esperienza nei campi di concentramento in cui è stata internata, ma ha anche sottolineato che la sua scelta è sempre stata per la vita e questo ha fatto di lei una persona libera e di pace che è riuscita, dopo la liberazione, ad amare, ad accettare di essere amata e a formare una famiglia.
Diversa, invece, è stata la sorte della giovane ebrea Anna Frank, la cui storia è stata proposta, attraverso un filmato, agli studenti di seconda Media. I ragazzi già la avevano incontrata attraverso alcune pagine del suo diario e il fatto di averne condiviso desideri, sentimenti e speranze ha reso ancor più incomprensibile l’epilogo drammatico della sua vita nel campo di concentramento di Bergen-Belsen e insensata la violenza gratuita messa in atto contro di lei e la sua famiglia.
Fare memoria di quello che è accaduto a queste persone e a milioni di altre come loro, è stata per i ragazzi e gli insegnanti della scuola, l’occasione importante per comprendere e decidere di affermare sempre ciò che rende vera, grande e bella la vita e combattere la tentazione, sempre ricorrente, di guardare l’altro con invidia e rancore, come un nemico che deve essere eliminato dalla mia vita o dalla faccia della terra.