Quel luccichio c’è…

Quel luccichio c’è…

Nove settembre, mancano pochi minuti alle nove.

L’Istituto Tirinnanzi è presidiato da utilitarie, mamme, carrozzine, fratellini, motorini, fratelloni, papá, pullmini, zii, jeep, zie, biciclette, nonne, passeggini, nonni…

Su tutta la confusione domina però un particolare luccichio, quello che c’è nello sguardo di chi è ad un inizio, e quella luce stamattina è negli occhi dei ragazzi. Ma bisogna saperla riconoscere, perché, certo, alcuni studenti mantengono le mani nelle tasche dei pantaloni e le spalle appoggiate al muro: loro sono lì controvoglia. Certo, altri non riescono a stare con i piedi fermi: loro sono quelli che cedono all’agitazione. Certo, ci sono anche quelli che si muovono solo in gruppo, e quelli che preferiscono stare soli, o vicino ai genitori. Certo, ci sono ovviamente quelli che urlano e quelli che non parlano. Certo, c’è chi è davanti a scuola da una buona mezz’ora e chi arriva in ritardo…

foto primo giorno kolbe

Ma quel luccichio c’è. Lo riconosci e ti chiedi ancora una volta: “Che cos’è?”

Si chiama voglia di crescere, di diventare grandi, uomini e donne,  di camminare insieme “sulla strada”; si chiama“desiderio delle stelle”, del “cielo di zucchero nero e di carta stellata” che, come ricorda la preside con le parole di una canzone di De Gregori, promette “esperienza e mistero per tutta la strada”.

Buon inizio!