
20 Ott Res et verba
“Non riuscivo a scrivere tutto, prof!” oppure “La guida parlava troppo velocemente!”, ma anche: “E’ stato bello vedere tutta quella antichità!” e poi: “Mi è piaciuto il laboratorio di miniatura” e: “L’anno prossimo devono andarci anche i nuovi primini!”.
A commenti del genere… è necessaria una spiegazione.
Il 9 ottobre i ragazzi di prima della Kolbe si sono recati a visitare l’abbazia di Morimondo nella Bassa Padana. Abside, transetto, bifora, volta a ogiva o a tutto sesto, scriptorium, amanuensi, sala capitolare erano solo alcune delle parole nuove che i ragazzi hanno incontrato.
Dal dormitorium dell’abbazia i nostri hanno poi visto la marcita circostante, le rogge e gli scolatoi. E avanti con altre parole nuove…
Dopo il pranzo e una serie di giochi che hanno coinvolto le tre classi, i ragazzi sono tornati presso i locali del monastero per un laboratorio in cui hanno riprodotto una miniatura: codice, pergamena, minio, come si fa il nero o come si ottiene l’azzurro dall’indaco? E cos’è l’indaco? “Questa penna d’oca non funziona o… forse non sono capace di usarla!”.
In prima si incomincia con res et verba: nello svolgersi della storia, l’uomo sente la necessità di dare un nome nuovo alle cose che scopre o che inventa, agli spazi che occupa, alle tecniche agricole che gli permettono di vivere meglio.
Sono le parole delle varie materie, quelle che indicano il linguaggio specifico della disciplina.
Ecco una gita piena di res et verba: cose nuove e nuove parole per raccontarle…