
04 Mag Truman e noi, nati nell’epoca dei reality
Alla scuola “Kolbe” si leggono diversi classici e anche un film può diventarlo: ai ragazzi di seconda, nell’ambito dello studio dei linguaggi dei mass media, viene proposta ogni anno la visione di “The Truman show”. Quattro alunne, dopo averlo visto e averne discusso in classe, hanno scritto la loro recensione.
Truman Burbank, un uomo che conduce una vita abitudinaria e comoda, arriva pian piano a scoprire dolorosamente di vivere in un mondo finto, una vera e propria gigantesca scenografia, e di essere al centro di rapporti falsati ad arte, sia con i più stretti familiari, sia con gli amici e i conoscenti. C’è naturalmente chi ha progettato lo spettacolo, ne trae profitto e fa di tutto perché esso non finisca. Riuscirà Truman, scoperta la verità, a raggiungere il mondo vero?
Il film parte in modo leggero e subito accattivante: l’ambientazione è nella ridente cittadina sull’isola di Seahaven, le scene di vita quotidiane sono animate da personaggi regolari e prevedibili, la colonna sonora è serena e le musiche trasmesse allegre. Poi via via aumenta la drammaticità: attraverso degli indizi sulla falsità del mondo in cui vive, che al principio sono episodici ma che diventano sempre più frequenti, il protagonista, e con lui lo spettatore, comincia a farsi delle domande.
Con la comparsa in scena dell’antagonista, Christof, il creatore e direttore dello show, che agisce come un dio che dall’alto guida i personaggi, la storia ha una svolta; viene spiegato come funziona il mondo creato dai potenti studi televisivi, il meccanismo si chiarisce, ma la suspence aumenta. Truman è, infatti, di fronte a una scelta decisiva e la tensione sale fino a coinvolgere gli spettatori che, a quel punto, sono tutti con lui.
Oltre alla primaria questione di una vita personale costantemente ripresa dalle telecamere, la vicenda tocca tematiche esistenziali, a volte in modo implicito, ma mai in modo superficiale, e si presta a discussioni costruttive.
Chi è Truman? Chi gli è davvero amico? Chi gli è padre? Queste sono domande che è bene restino vive tra i giovani d’oggi, perché possono essere il “filo d’Arianna” che li guidano fuori dai reality show, nella vita reale.
Da conoscere o da rivedere.
Agnese, Cecilia, Chiara e Valentina di 2^B