Una buona aratura

Una buona aratura

Un’insegnante della Kolbe condivide le sue osservazioni su ciò che accade con i ragazzi durante le visite d’istruzione (e non solo).

 

2016-04-07-16-25-25Noi insegnanti ce ne stupiamo ancora.

Di cosa? Che i nostri alunni nelle visite d’istruzione, ed è una costante,  ottengano complimenti dalle guide per il loro comportamento.
Quegli stessi alunni – vogliamo sottolineare – che in classe spesso ci fanno sgolare alto,  fino alla nota la diesis (sic!)
Sono ragazzi a due facce o la spiegazione è un’altra?
Diversi anni fa venne invitato a scuola un professore di storia per spiegare lo Stato d’Israele, argomento sempre difficile; anche lui rilevò la grande attenzione dei ragazzi e poi ricordo che commentò: “Si vede che sono abituati ad ascoltare cose interessanti”.
E perciò l’eventualità si era ripetuta.
Mi è sembrata una chiave interpretativa che si è confermata giusta visita dopo visita, incontro dopo incontro, gita dopo gita.
E non si tratta di generica buona educazione; sono situazioni nelle quali emerge la vera e propria competenza dei ragazzi di interloquire nel merito e in quella situazione reale, con quel determinato adulto.
Non tutti gli alunni allo stesso modo, va da sé; ma resta vero che è una competenza diffusa nella nostra scuola: non lo rimarchiamo per mero compiacimento, quanto piuttosto per prendere atto che questa è la strada su cui continuare.
E’ l’andare a fondo delle cose secondo il motto non multa sed multum. È l’instancabile proposta fatta agli alunni perché partecipino da protagonisti  al dialogo educativo. Sono anche i famosi ‘la diesis’ della quotidianità. Sono i momenti di scoramento che ci colgono quando ci aspetteremmo risultati che non arrivano, e che il giorno seguente si trasformano da parte nostra in nuovi tentativi per  far decidere a quel tal ragazzo di non tirarsi indietro, di spendersi.
È un’aratura profonda, che lentamente ma sicuramente fa maturare la capacità di incontri personali.
Come di nuovo è accaduto recentemente, quando una guida di un museo, nel bel mezzo di un intenso dialogo con una classe di terza, si interrompe e chiede: “Ma io vi ho già guidato altre volte?”
No, non era mai accaduto, non si erano mai visti prima. “Eppure – continua lei, continuando a mettersi in gioco personalmente, come aveva fatto fino a quel momento– ho l’impressione di conoscervi da sempre!”

Un’insegnante